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Padrone XIV - La prima volta

 
Post #1


Padrone XIV - La prima voltaEra raro che uscissero a quell?ora tarda, in più questa volta poteva portare il collare a vista, era un?occasione speciale. Quando la macchina si fermò non uscirono subito, Padrone prese la s**tolina quadrata che si era portato da casa e ne tirò fuori una lunga striscia di cuoio con un grosso moschettone ad un estremo. Era davvero quello che pensava lei?! Le si avvicinò al collo e con cura circondò il suo collare con il moschettone. Il freddo del metallo e l?intero oggetto già la stavano eccitando. Il semplice fatto di non potersi allontanare, di essere legata e obbligata a seguirlo le stavano facendo venire in mente tante fantasie.Uno strattone al guinzaglio la riportò nel mondo reale. Non sapeva dove fosse, Padrone semplicemente la stava invitando ad uscire dalla macchina. Uscì con tutta la classe che il suo abito suggeriva ed esaltava. Il suo vestito attillato di un rosso cupo aveva scollatura e spacchi generosi, senza essere eccessivi, sufficienti a sottolineare la sua femminilità.Camminava lenta e sensuale, un passo dietro Padrone, come conveniva a chi era a guinzaglio, guardava dritta davanti a sé, aspettando un nuovo ordine, non le importava sapere se ci fosse stato qualcun altro a vederla sfilare in quel modo.Entrarono in una porta in un vicolo, li accolse un uomo di mezza età in giacca e cravatta.?Signore, mi scuso per averla disturbata?. la ringrazio di essere venuto??Sembravano conoscersi, ma l?uomo sembrava in soggezione per una qualche colpa. Nel frattempo continuarono a camminare?Sì? e come al solito??Si fermarono di fronte ad una porta, Padrone prese le chiavi ed aprì. Mentre le tolse il guinzaglio le disseUn po? confusa per l?ordine, fece un passo nella stanza e sentì la porta chiudersi alle sue spalle. Sembrava un camerino? era un camerino? Un divanetto, delle poltrone, uno specchio per truccarsi, un armadio, un grande cuscino a terra. Ecco il suo posto. Tolse le scarpe e le allineò con precisione vicino il cuscino, mentre abbassava la zip del vestito si guardava intorno incuriosita. Che posto strano, era proprio come si immaginava fosse un camerino di uno studio televisivo ma senza i rumori che provenivano dal palco. Nel frattempo era rimasta in lingerie, dello stesso colore del vestito, ma non sembrava essere impensierita di spogliarsi in un posto sconosciuto, del resto era un ordine. Ripose con cura il vestito e poi tolse anche l?intimo. Il collare no, quello non lo avrebbe mai tolto, si inginocchiò guardando verso la porta ed aspettando di vedere entrare Padrone. Non dovette attendere molto, per un attimo scorse anche gli occhi di quell?uomo che si spalancarono nel vederla nuda in quel modo, lo prese come un complimento ed il suo animo si allietò ancora di più.Padrone andò dritto all?armadio e ne tirò fuori due completi in pelle appesi a grucce, cercando di figurarseli indossati, ne scelse uno e le si avvicinò.Eseguì prontamente, le piaceva quando la vestiva. Iniziò col farle indossare un tanga succinto, poi una specie di reggicalze, sempre in cuoio, che stretto in vita con una cinghia le contornava i fianchi seguendo le curve femminili del suo corpo. Altre cinghie lo fissavano saldamente alle cosce e poi rimasero a penzolare altre strisce verso il basso. Con cura le mise anche un mezzo bustino, l?interno delle capienti coppe era rivestito di un tessuto morbido e fu piacevole ed erotico al tempo stesso quando le accomodò i seni al loro interno. Era fatto su misura per lei, le calzava perfettamente, glielo strinse fino a farle perdere il respiro ma si abituò in fretta all?abbraccio oppressivo del cuoio. Degli stivali con il tacco a spillo altissimo si unirono alle cinghie del reggicalze a completare questo look aggressivo rispetto a tutto quello che le aveva fatto indossare fino ad allora.e con un gesto la indirizzò verso lo specchio. Camminò lentamente per non cadere dai tacchi. L?immagine fu davvero forte, non pensava di poter avere quell?aspetto con tutto quel cuoio e quelle fibbie di metallo addosso. La pelle naturale era dello stesso colore del suo collare ed istintivamente portò la mano ad accarezzarlo.Rispose alla domanda che aveva solo pensato. Lo sentiva avvolgente, al limite dello stretto, ma era confortevole. Padrone le si avvicinò da dietro, spostandole i lunghi capelli si fece strada fino al collare e la mise di nuovo al guinzaglio.Certo, non l?aveva portata fin lì solo per farla specchiare.Percorsero il dedalo dei corridoi fino ad arrivare dietro le quinte, la luce rossa e fioca permetteva appena di distinguere le forme degli oggetti. Salirono una scala, arrivarono al palco in tavolato. Il sipario era chiuso. Padrone la condusse vicino la poltrona messa al centro di quello spazio vuotoForzando la resistenza del cuoio eseguì l?ordine, le si sedette affianco.Le pesanti tende si aprirono velocemente, lo spazio al di là era molto luminoso e dovette distogliere lo sguardo per abituarsi a quella luce. Si sentì tirare dal guinzaglio per rivolgere il viso verso la platea. Non c?erano posti a sedere, solo una grande sala suddivisa con dei separé, ognuno dei quali sembrava puntare verso di loro. Le tornò in mente la disposizione del suo vecchio ufficio, ma questi non erano cubicoli, c?era molto spazio, in ognuno c?erano due persone che sembrava non si fossero accorte che il sipario fosse stato aperto.Da destra a sinistra, ovunque spaziasse la sua vista sembravano tutti occupati. Un Master ed un sub, maschi o femmine, senza preconcetti su chi avesse quale ruolo. C?erano catene, corde, lattice e cuoio, fruste, frustini, aghi ipodermici e tanti altri modi per dar piacere? e poi, nell?aria, l?inconfondibile suono dei colpi, seguito da urla sommesse.Non aveva mai assistito ad uno spettacolo simile, si sentiva già scaldata dalla voglia. I suoi occhi andavano da una coppia all?altra, cercando i pregi da ognuna e provando di fissare i particolari più eccitanti. Una coppia però l?aveva colpita in una strana maniera: lui con solo degli slip di cuoio era un Master palestrato con un grosso tatuaggio tribale che andava dalla spalla al petto, lei, completamente nuda, prendeva i colpi dati con nessuna cura in maniera sommessa, quasi distaccata, come se non fosse davvero lì.Le luci nella stanza lampeggiarono, reagirono tutti a quel segnale lasciando in sospeso ciò che stavano facendo, rendendosi un minimo presentabili e poi mettendosi in riga di fronte al palco.Padrone si alzò e tirando il guinzaglio fece mettere in piedi anche lei, con calma scesero dal palco ed entrarono anche loro nella zona illuminata. Gli camminarono davanti, come fossero generali all?ispezione dell?armata. Oltre che per i segni sul corpo, i sub si riconoscevano per lo sguardo basso, Rossana invece era incuriosita e guardava tutti. I loro vestiti, i loro atteggiamenti, quel posto, tutto la eccitava. Le sembrava che il suo Padrone in qualche modo fosse anche il loro Padrone e che dovevano portargli rispetto mentre lei aveva anche il privilegio di condividerne la casa.La fece fermare, le si mise di fronte e le disse, in modo che sentissero anche gli altriE le rimosse il guinzaglio. Tutta quella libertà la metteva in soggezione, era da tanto che non prendeva scelte di quel tipo. Confusa si guardò intorno e guardò anche tutti i presenti, non sapeva proprio cosa fare. Tornò a guardare Padrone che le annuì fiducioso, solo in quel momento si mosse senza ben sapere cosa avrebbe fatto o se lo avrebbe fatto bene. Si fermò davanti alla coppia che l?aveva colpita, il Master tatuato sorrise, tutte le altre coppie fecero un passo indietro. A pochi passi di distanza raggiunse un tavolino dove c?erano poggiati vari oggetti per il sadomaso, non sapeva proprio cosa scegliere, non sapeva neanche l?utilizzo di alcuni, finché non le venne la giusta ispirazione e prese un grosso strap-on e lo indossò.Con calma tornò dalla coppia sotto gli occhi incuriositi di Padrone. Quel coso tra le gambe le oscillava da una parte all?altra in maniera oscena ma i suoi passi lenti davano l?impressione che avesse tutto sotto controllo.?In ginocchio.?Dopo averlo sentito tante volte ora era lei a pronunciarlo. La sub, intimorita, ubbidì subito.?Ho detto, in ginocchio!?Rivolgendosi direttamente al Master che con lo sguardo annoiato guardò verso Padrone per ricevere la conferma e poi si inginocchiò anche lui di mala voglia. Fece un passo verso di lui?Lecca.?La sub, sentitasi presa in causa si frappose tra Rossana ed il proprio Master, con una mano prese lo strap-on e se lo portò alla bocca. La fermò prendendole il viso con una mano appena aprì la bocca.?Guardami??impaurita non alzava gli occhi, dovette forzarla con la mano. Nei suoi occhi c?era tutta la delusione per non aver ubbidito a dovere ed anche il prefigurarsi della punizione, invece Rossana le sorrise.?Non dicevo a te. Tu puoi rialzarti e fare un passo indietro.?Non capendo cosa stesse succedendo, strisciò indietro sulle ginocchia e poi si alzò andandosi a mettere vicino gli altri spettatori. Rivolgendosi di nuovo al Master?Tu. Lecca.?Il sorrisetto che aveva divenne un ghigno.?Scordatelo.?Cos?era? Stava cercando di minare la sua autorità? Quella che le aveva dato Padrone? Per un attimo si fissarono negli occhi, anche se inginocchiato si vedeva che era una persona forte.?Come preferisci??Lui già sorrideva soddisfatto, lei invece indicò due Master che erano rimasti indietro.?Bloccatelo.?La assecondarono senza esitare. Sentendosi stretto da mani forti le urlò contro?Sei solo una cagna, senza questi due non faresti nulla. Leccatelo da sola, lo so che ti piace.?Mentre cercava di divincolarsi. Gli girò attorno come se avesse perso interesse in lui. Passò di nuovo in rassegna gli altri rimasti, per quello che aveva in mente andavano bene anche dei sub, l?importante era che fossero abbastanza forti?Bloccategli le caviglie.?Ubbidirono, naturalmente.?Sei una puttana!?Le urlò contro.?Ed ora faccia a terra. Lasciategli il culo in alto, mi raccomando.?Già se la rideva. Fecero esattamente come ordinato. Quella posizione prona, vista dall?esterno, le metteva un?enorme energia di controllo, cominciava a piacerle. Gli si avvicinò e gli abbassò gli slip, ovviamente era senza un pelo anche lì, come per il resto del corpo?Sei solo una puttana! Lasciatemi che gliela faccio vedere io!??Avresti dovuto leccare quando te ne avevo dato l?opportunità??Piegandosi le poggiò la punta dello strap-on sull?ano.?Sei una troia!?ed urlò dal dolore quando cercò di affondargli dentro. Lo schiaffeggiò per farlo stare fermo, cavolo se le piaceva? Spinse ancora ed ancora tra le urla del ?poveretto? fino a quando non riuscì a fare breccia nello sfintere. Le ci volle molta forza ed aveva il fiatone, ma la parte più difficile era fatta. Lui sembrava si fosse acquietato, ma quando lo afferrò per bene, infilandogli le unghie nella carne dei fianchi, immaginandosi cosa sarebbe successo iniziò ad urlare di nuovo. Non gli dava più peso, era presa dalla sua frenesia, mettendoci tutta la sua forza e sfruttando anche il peso lo penetrò sempre più affondo. I gemiti gutturali erano interrotti solo dalle imprecazioni. Era piegata su di lui, ci stava mettendo tutto il suo impegno, i capelli lunghi e sciolti la celavano agli sguardi degli altri, tranne da Padrone, che la vedeva distintamente che rideva mentre maltrattava quel culo.Arrivata in fondo le sembrò che fosse finito il divertimento e semplicemente slacciò lo strap-on e glielo lasciò dentro. Senza guardare nessuno per capire la loro impressione si diresse direttamente da Padrone, gli si inginocchiò difronte e lo guardò aspettando un comando, invece le accarezzò il viso e le rimise il guinzaglio, con uno strattone la fece mettere in piedi e senza dire una parola la condusse fuori dalla stanza. Per i corridoi vennero raggiunti dall?uomo che li aveva accolti?Sì signore.?Parlavano di qualcosa come se fosse già stato stabilito in precedenza. Intanto continuavano a camminare spediti, Rossana faceva fatica a tenere quel ritmo senza cadere dai tacchi. La porta nel vicolo si aprì e le buttò addosso tutta l?aria fredda della notte. Si accorse di essere sudata nel suo completo di pelle. Arrivarono subito alla macchina, entrarono, non sapeva cosa aspettarsi, le sembrava che fossero fuggiti dal teatro, forse per colpa sua? Per quello che aveva fatto a quel master? Che secondo lei non meritava neanche la M maiuscola? Sarebbe stata punita?Si sentì tirare con decisione dal guinzaglio, assecondando quella forza si ritrovò faccia a faccia con Padrone, le venne in contro per gli ultimi centimetri e la baciò. Dritta sulle labbra, con passione. Molta passione. Le servì più di qualche attimo per capirlo, poi si abbandonò anche lei in quel bacio. Il loro primo bacio.
09-11-2021, at 07:32 PM
Alýntý
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