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Le mie storie (100)

 
Post #1


Le mie storie (100)Quando mi sono resa conto che mi avviavo a scrivere ?La mia storia? numero 100, ho pensato che dovesse essere un episodio della mia vita particolare e quindi, tra qualche riga potrete leggere quella, che credo, sia stata ad oggi la mia esperienza più strana dal punto di vista sessuale. In vita mia non ho mai avuto particolari tabù, anzi il sesso è stato un qualcosa che mi ha sempre incuriosita, sin da quando alle scuole medie ho cominciato a sentire le mie compagne di classe che ne parlavano. Alla soglia dei 44 anni posso dire di aver ceduto spesso alle tentazioni, soprattutto quando mi facevano e mi fanno salire l?adrenalina in tutto il corpo. Se avete letto le mie storie, sapete che sto dicendo la verità, e che davanti alle situazioni sorprendenti, mi sono sempre lasciata andare.Tutto è successo l?anno scorso quando stavo con Carmine e vivevamo insieme. Una sera tornata dal lavoro, mentre si cenava, mi anticipò che avrei avuto la telefonata della moglie di un suo amico. Conoscevo questa coppia anche se ci eravamo usciti insieme poche volte. Gli chiesi di cosa volesse parlarmi, pensando a qualche problema lavorativo, il mio uomo rispose che non sapeva, ma che doveva essere un invito a cena o qualcosa del genere. Un paio di giorni dopo mentre ero al lavoro effettivamente ricevetti la chiamata di Claudia. Non avendo particolare confidenza reciproca, ci mise un po? a farmi capire che voleva invitarmi ad una di quelle riunioni, di tutte donne, dove si presentano ed eventualmente si acquistano gadget erotici e cose simili. Nonostante la cosa non è che mi facesse impazzire, visto che alcuni anni fa già avevo partecipato a cose del genere, le risposi di sì. Qualche giorno dopo, a metà pomeriggio, uscita dall?ufficio , mi misi in macchina e con l?aiuto del navigatore arrivai in periferia di Napoli, tra Marano, Giugliano insomma Zone che conosco poco. Fortunatamente non fu difficile trovare la destinazione che, con mia somma sorpresa, era in un bel parco molto curato con tanto di parcheggio per la macchina. Bussai alla porta e naturalmente mi venne ad aprire la padrona di casa con la quale scambiai le classiche quattro chiacchiere di circostanza non prima di averle dato una s**tola di cioccolatini artigianali, che sarebbero finiti nel giro di poco tempo. Claudia mi fece accomodare nel salone e poi si allontanò intenta a finire di organizzare il buffet. Mi guardai intorno e c?erano già 5/6 ?invitate?, divise per così dire in due gruppetti. Da una parte c?erano due (avranno avuto poco più di trent?anni) che parlavano tra loro vestite in maniera normale, così come ero vestita io (gonna di lana e camicetta quadretti, visto che faceva un freddo cane), dall?altro lato della sala invece c?era un trio abbigliato in maniera molto audace, troppo per quello che, avevo capito, dovesse essere un incontro tra donne. Infatti avevano minigonne cortissime, stivali alti e la loro mercanzia in bella mostra. Naturalmente mi avvicinai istintivamente a quelle ?sobrie?, parlando con le quali capii che, mentre loro, come me, erano alla prima ?riunione?, le altre sapevano già di cosa si trattasse. Dopo una mezz?oretta, l?arrivo di altre partecipanti e un abbondante aperitivo, Claudia ci presentò ?gioia? una signora sopra i cinquanta, molto curata e distinta, che mai qualcuno potrebbe immaginare possa fare questo tipo di lavoro. Ci sedemmo tutte quante e prima che lei cominciasse a parlare, Claudia annuncio?, tra i sorrisi di quelle che già conoscevano la situazione, l?arrivo di tale ?Maria? alla fine della dimostrazione. Non ebbi neanche il tempo di chiedere chi fosse questa Maria, che gioia cominciò il suo discorso sulla femminilità, sull?orgasmo femminile e sul piacere solitario che non deve essere prerogativa dei soli maschietti. Una decina di minuti di battutine e umorismo più o meno fine e poi da una borsa iniziò a tirare fuori ?La merce?. Per cominciare, tutta una serie di profumi e oli che in realtà non erano che ?lubrificanti?; dopo di che fu la volta dei vibratori ?portatili?. Alla spiegazione minuziosa della signora, seguiva il passamano dell?oggetto che ognuna poteva toccare e provare a proprio piacimento. Ricordo che rimasi a bocca aperta quando, passato un vibratore con telecomando alla ragazza che stava seduta poco lontano da me, lei senza nessun problema, si sollevò la gonna e se lo mise dentro invitando Gioia ad utilizzare il comando per farle provare piacere. Da quel momento, il gruppetto di veterane, con l?aiuto di preservativi e una sorta di guaine (apposite), provarono a turno un po? tutti i ?giocattoli?. Naturalmente anche io e le altre fummo incitate a questa prova pubblica, ma, tranne una incuriosita dalla famosissima ?paperella?, rimanemmo tutte composte a guardare un po? stupite un po? divertite, la piega che stava prendendo quell?incontro. Il gran finale fu riservato ai dildo di gomma e da quel momento cominciò una specie di piccola festicciola privata. Infatti alcune delle presenti cominciarono ad utilizzarli in tutte le maniere, senza farsi nessun problema per la nostra presenza da assolute spettatrici. Ad un certo punto una di loro appoggiò su una sedia uno di questi falli enormi, chiamò Claudia e lei dopo essersi accostata, si sollevò lentamente la gonna mostrando di avere il reggicalze senza intimo e piano piano si calò sopra cominciando a fare su e giù, cercando di arrivare sempre più in fondo. In tutto questo Gioia seduta vicino alla sottoscritta, si divertiva a comandare le signore su cosa e come utilizzare i vari giochi. L?atmosfera si fece ancor più frizzante quando suonò il citofono. Dopo qualche minuto entrò Maria: circa 1 m e 80 e più con i tacchi, calze a rete, minigonna di pelle e una quarta /quinta di seno rigorosamente rifatto. Il gruppetto di s**tenate subito si fiondò su di lei per salutarla; baci e abbracci molto affettuosi, ma solo quando una di loro mise la mano sotto la gonna chiedendole come stesse il suo attrezzo, capii che era una transessuale. Nell?euforia generale, Gioia salutò tutte quante ed andò via (per la cronaca acquistai una serie di profumi lubrificanti al sapore di cioccolato), mentre poco dopo la padrona di casa portò da mangiare. Eravamo circa una decina di donne, e mentre chiacchieravo con un paio di loro conosciute in loco, mi resi conto che alcune delle altre, a turno, sparivano in una stanza dove c?era Maria. Claudia si avvicinò e ci chiese senza tanti giri di parole se qualcuna di noi volesse ?provare? la sua amica; incredibilmente, la più timorata (apparentemente) del nostro gruppetto, insegnante di liceo, dopo qualche tentennamento, prese coraggio e sparì dietro la porta. Per quanto incuriosita, non riuscii ad andare a chiedere ad alcune delle invitate, cosa succedesse di così particolare, così immaginai ci fosse una sorta di ?negozio di giocattoli erotici dove potersi divertire?. Mentre aspettavo che la mia nuova amica uscisse e mi svelasse finalmente i segreti della compagnia di Maria, mi resi conto che ero rimasta praticamente da sola visto che tutte le altre erano andate via. Claudia mi fece capire che queste riunioni un po? audaci, erano nate quasi per caso, quando lei ed una sua amica ospitarono per la prima volta la rappresentante di questi oggetti; in quell?occasione conobbe Maria. Stava arrivando finalmente al nocciolo della storia quando, vidi ?La professoressa? uscire dalla stanza completamente stravolta, tutta rossa in viso e con la gonna ancora slacciata. Si vedeva lontano 1 km che aveva avuto un orgasmo,e mentre si avvicinava, rideva e gesticolando con le mani mi fece capire che mi ero persa qualcosa di clamoroso. ?È stato fantastico? ripeteva, ?mai visto niente del genere, non credevo fosse vero? ?non ho mai goduto tanto?. Stavo per ascoltare il suo racconto quando sentii Maria chiedere a Claudia di chiamarle un taxi perché doveva andare al vomero. Naturalmente mi offrii subito di accompagnarla io visto che, anche per me si era fatto tardi; con un po? di rammarico salutai la padrona di casa, poi la mia nuova amica (con la quale scambiai i numeri di cellulare) e mi avviai verso la macchina in compagnia. Il tragitto era piuttosto lungo anche perché c?era stranamente traffico; cominciammo a parlare e lei mi raccontò di come avesse conosciuto Claudia, ma subito dopo mi chiese perché non fossi andata da lei come le altre. Risposi che in tutta sincerità non mi sentivo proprio a mio agio, anche se le feci capire che ero tutt?altro che bacchettona. Istintivamente si instaurò una fiducia reciproca e mi raccontò della sua infanzia, del suo sentirsi donna in un corpo maschile ma soprattutto di quell?affare che gli era capitato tra le gambe, inizialmente tanto odiato da volerlo eliminare ma alla fine una parte di sé alla quale non avrebbe rinunciato mai. Le raccontai che per me, una cosa simile era stata la crescita improvvisa del seno, ma lei mi fece capire che arrivare ad accettare di avere un membro ?grosso grosso? quando ci si sente donna nell?animo è davvero difficile. Parlava un misto di napoletano con la erre moscia francese e mi certificò la sua metà nordafricana (da parte di padre) alla quale attribuiva il merito e la colpa del suo ?sesso maschile?. Imbottigliate dietro alla zona ospedaliera, sorridendo le chiesi di farmelo vedere, visto che la curiosità era arrivata alle stelle; lei rise, si tirò su la cerniera della minigonna e da uno slip di pizzo tirò fuori il suo ?amico?. In quel momento, tutti gli uccelli che avevo visto in più di vent?anni di onorata carriera sessuale, furono spazzati via in un istante. Il ragazzino, i miei amici del Senegal, Carmine, il podio per grandezza e la lunghezza dei ?cazzi? che avevo provato, sembravano normali rispetto a quell?uccello di cavallo. Era moscio, marrone scuro, nella sua mutandina non so come riuscisse ad essere contenuto; la cosa impressionante era che oltre ad essere dannatamente grosso di larghezza, era anche tanto lungo. Le chiesi subito come facesse a nasconderlo sotto la minigonna (incredibilmente quando eravamo a casa di Claudia non si vedeva niente), mi rispose che aveva imparato alcune posizioni, nel tempo, per cui con una specie di magia riusciva ad apparire piatta una volta indossata gonna o minigonna. Da ragazza per un po? avevo frequentato dei locali e feste dove c?erano anche transessuali, li avevo visti anche ?nudi?, ma non mi era mai capitata una cosa del genere. Oltretutto Maria nella parte superiore era davvero una gran bella donna, senza il viso con tratti particolarmente marcati e senza neanche la voce un po? mascolina che spesso è sintomo della transessualità. naturalmente capii che faceva la Escort, ma a proposito di questo non le feci nessuna domanda, per non essere invadente ed anche perché non avrei saputo cosa chiederle senza poter apparire indelicata. Sorridendo mi chiese se poteva ?rimetterlo a posto?, io timidamente le chiesi di poterglielo toccare e lei senza nessun problema acconsentì. Con la mano destra impugnai questo salamone, gli diedi due tastate e dopo l?ultima carezza, ringraziai ?La padrona? e tornai a mettere la mano sul cambio della macchina. Si ricompose, ma i nostri discorsi inevitabilmente rimasero su di ?lui?; mi raccontò che già da ?piccolino? si capiva che era piuttosto dotato, ma sua madre (l?unico genitore con la quale è cresciuta) non gli aveva mai detto niente. Quando fece lo sviluppo, fu il periodo peggiore perché più cresceva più si rendeva conto del suo essere femminile, più il suo membro risultava ingombrante. Il discorso proseguì maniera più approfondita ma, certe cose le tengo per me. Quello che posso dirvi è che, per stemperare un po? la situazione, ridendo le chiesi quanto misurasse ?da sveglio?; lei mi guardò, ricambiò il mio sorriso e con le dita fece il segno del tre scuotendo la testa. Io istintivamente mi lasciai andare ad un ?non ci posso credere? che ricordava molto Aldo Giovanni e Giacomo. Eravamo arrivate quasi a destinazione quando suonò il suo cellulare; dieci secondi di silenzio poi si s**tenò in una serie di improperie in un misto tra napoletano e francese che, il mio pensiero andò al poverino che stava dall?altra parte del telefono. Chiuse e mi disse che ?questo signore? (in realtà lo apostrofò in tutt?altra maniera) aveva annullato l?appuntamento, facendole perdere tempo oltre che soldi. Cercai di tranquillizzarla un po?, la invitai a prendere qualcosa da bere e lei accettò volentieri. Vi risparmio le occhiate e gli sguardi che le fecero nel locale nonostante fosse coperta da un cappotto enorme, vi dico solo che i due cocktail che prendemmo ci furono pagati da ?sconosciuti?. Tornate in macchina ci avviammo verso casa sua, dalle parti della zona ospedaliera (anche se mi confessò che aveva da poco comprato casa a Posillipo); non era neanche mezzanotte, arrivate sotto il portone, la salutai ma lei mi chiese di salire. Chiamai Carmine dicendo che avevo incontrato delle amiche ed avrei fatto tardi; non sapevo cosa sarebbe successo, ma volevo stare tranquilla. Entrammo in casa e scappai in bagno per una pipì ed anche per sistemarmi un po?; la situazione era indecifrabile, mi trovavo a casa di una quasi sconosciuta che mi aveva mostrato il suo membro, non sapevo che intenzioni avesse ma nemmeno che intenzioni avessi io. Appena tornata nel salone mi disse che sarebbe andata in camera a togliersi le mutandine perché voleva stare libera. Io mi accomodai sul divano e quando ritornò non potetti fare a meno di notare che dalla minigonna nera di pelle, ciondolava fuori una parte cospicua del suo attrezzo. Maria mi chiese scusa, ma io dissi che capivo la cosa toccandomi le tettone. Cominciammo a parlare bevendo uno spumantino, poi le chiesi come mai tutte le donne a casa di Claudia uscivano stravolte dalla stanza mentre lei alla fine sembrava ?fresca come una rosa?. Mi fece capire che sapeva fare bene il suo lavoro e poi con incredibile naturalezza mi chiese se la mia fosse solo una curiosità oppure volessi ?provarlo?. Scoppiai in una grossa risata per cercare di prendere tempo e dissimulare i miei dubbi, un po? timorosa le chiesi ?se dicessi si cosa succede?? Maria rispose con incredibile tranquillità che avrei dovuto lasciar fare a lei, che ?modestamente? avrebbe saputo cosa fare; vedendomi ancora titubante mi prese le mani, mi tirò su dal divano e mi portò nella sua camera da letto. Con tono suadente ma perentorio mi disse di sbottonare completamente la camicia e di sfilare il reggiseno; lo feci senza problemi guardandola negli occhi seppure dal basso verso l?alto. Alla vista dei miei seni, si congratulò per quanto fossero grossi e stessero su bene. Poi mi disse che potevo scegliere se ?svegliarglielo? io oppure avrei preferito vederlo fare a lei, e mentre diceva queste parole, si alzò la cerniera della gonna e si avvicinò a me fino a farmi accarezzare a mo di pennello dal suo uccello, che a suo modo esplorava il mio viso ed il mio decolletè. Era chiaramente un invito, mi feci coraggio (credetemi ce ne volle davvero) e dopo averlo preso in mano iniziai a masturbarlo/a avvicinando lentamente la lingua all?asta. Mi disse che ero brava e che lo aveva capito già a casa di Claudia; il cuore mi batteva fortissimo, aprii la bocca e piano piano cominciai a succhiarglielo. Cercavo di andare fino in fondo, ma ogni volta che tornavo su, diventava più grosso e duro. Alla bocca alternavo le mani, ma per assurdo, avendolo così vicino non mi resi conto di quanto grosso fosse diventato. Quando mi accorsi che lo tenevo con entrambe le mani e la sua cappella era ampiamente nella mia bocca, istintivamente mi allontanai e vidi ?il mostro? (naturalmente in tono scherzoso). Lungo quanto il mio avambraccio, se non di più, sembrava palesemente finto se non fosse che ne potevo sentire il profumo, il gusto, la consistenza e soprattutto ammirarne la maestosità. Mi fece stendere sul materasso, si mise a cavalcioni su di me e dopo avermi agguantato con entrambe le mani le tettone, cominciò una spagnola che non saprei neanche come descrivere. In genere i miei seni fanno sparire gli uccelli, il suo invece praticamente partiva dall?ombelico e mi arrivava alle labbra passando in mezzo alle tette. Dopo qualche minuto, si sollevò, mi sollevò e dopo avermi detto che fino ad allora avevamo scherzato, mi tirò giù la gonna fino a togliermela completamente, lasciandomi con le mutandine, le autoreggenti e gli stivaletti. Eravamo faccia a faccia (io almeno 30 cm più in basso di lei), si avvicinò con le labbra al mio orecchio e dopo avermi sussurrato che non lo faceva mai, mi diede un bacio sulle labbra, molto molto profondo. Mentre le nostre lingue giocavano, con una mano gli muovevo l?uccellone che, per metà era duro dritto, per la metà finale oscillava su e giù come la bacchetta di un rabdomante. Sentivo il suo respiro dentro la mia bocca, capii che non me la stavo cavando affatto male. Si fermò, mi girò e disse di mettermi a pecorina. Era venuto il momento che aspettavo e che temevo, ero agitata, feci in tempo a vedere che stava indossando il profilattico, poi sentii il suo amico scivolare tra le mie natiche fin sopra la schiena, poi sotto come a voler fare il solletico alla mia patata, ancora protetta dalle mutandine. Le sue mani allargarono l?elastico del mio slip (normalissimo semitrasparente), lo tirarono giù fino all?incavo delle ginocchia, poi sentii la sua cappella appoggiarsi all?ingresso della mia fica, per un attimo ebbi l?impressione di essere tornata vergine, non sapendo cosa sarebbe successo; Maria iniziò a spingermelo dentro con una delicatezza mai provata; pian piano i suoi movimenti si fecero più costanti ma soprattutto più penetranti. Ero completamente bagnata e eccitata all?inverosimile. Ogni tanto il piacere lasciava posto al dolore di sentirlo sempre più dentro. D?un tratto cominciò a spingere e tirarmi a sé contemporaneamente, il tutto aumentando la velocità dei suoi colpi. Cominciai ad urlare che stavo godendo, lei mi incitava continuando a scoparmi senza sosta. Mentre affannavano di piacere, mi chiese se volessi vederla venire; la invitai a esplodere sulla mia schiena, ma lei si fermò e con l?uccello ancora dentro di me, mi rispose che per farla venire avrei dovuto darle il culo. La mia risposta fu subito negativa, il solo pensiero di quel ?braccio? dentro il mio sedere mi faceva male. Ero venuta ma lei continuava imperterrita a scoparmi, con la voce rotta le ?proposi? di tornare a farselo succhiare per poi venire in bocca, ma niente, ?mi devi dare il culo? continuava a ripetere. Mi chiese se fossi ?vergine? dietro, e quando risposi di no, ricominciò la cantilena. Intanto, nonostante cominciassi ad essere stanca, ed anche un po? dolorante nella fica, ero nuovamente bagnata ed eccitata. Maria se ne accorse subito, il suo uccellone entrava ed usciva con facilità estrema, mi diede un paio di schiaffi sul sedere complimentandosi per Essermi nuovamente eccitata. Cambiò tattica, mi diede dell?egoista a godere mentre lei era ancora ben lontana dall?orgasmo, io con quel po? di voce che avevo le ribadivo che era troppo grosso, che mi avrebbe letteralmente sfondata. ?Giuro faccio piano!? Mi ripeteva incessantemente, ?sarò delicata?. Continuavo a dirle di no, poi sentii nuovamente montare il piacere dentro di me, stavo per venire la seconda volta, lei allora rallentò, quasi fermandosi, io la implorai di riprendere; ricominciò ma fu imperativa ?ti faccio godere e poi mi dai il sedere? finì la frase, sentii le sue mani sui fianchi alzarmi letteralmente dal letto e con un paio di penetrazioni mi fece raggiungere il paradiso. Ricordo che gridai ?sii? non so quante volte, fin quando sentii le sue dita bagnate cospargere di saliva il buco del mio fondoschiena. Il suo uccello uscì fuori dalla mia patata (che ringraziò sentitamente) e mi infilò due dita in culo per allargarmelo un po?; quei movimenti mi piacevano, ma ero letteralmente terrorizzata da ciò che stava per succedere. Avevo ancora l?adrenalina al massimo, e cominciai a pregarla di fare piano, mentre continuava a muovere le sue dita dietro di me. Le tolse, mi aveva preparata davvero bene visto che percepii nitidamente dell?aria entrarmi nel buco allargato; era il momento, chiusi gli occhi con forza mentre lei appoggiò all?ingresso la sua grossa cappella bagnata di me e della sua saliva. Mise nuovamente le mani sui miei fianchi e mi tirò a sé spingendomi dentro contemporaneamente tutta la sua virilità. Urlai ma più per la paura che per il dolore; era dentro di me, era dietro di me, quel cazzo così dannatamente grosso si stava facendo largo all?interno del mio grosso culo. Incredibilmente la voce di Maria cominciò a farsi più lenta, tentennante, pervasa da quel piacere che probabilmente la mia patata non era riuscita a darle. Ansimava ed insieme si complimentava con il mio didietro, e io silenziosa cominciai ad apprezzare pian piano il suo incedere. Quando se ne accorse, come se liberata da senso di colpa, velocizzò i movimenti, tanto ormai come si dice, i buoi erano ampiamente scappati dalla stalla. Stavamo godendo entrambi, una esortava l?altra a continuare per godere insieme. All?improvviso, quasi senza accorgermene, ebbi il terzo orgasmo della serata, i miei gomiti, fino ad allora poggiati sul materasso, vennero meno lasciando cadere la testa sul lenzuolo; Maria in quel momento lo tirò fuori, con una mano di lato, lasciando spazio per un attimo alla sua parte mascolina, mi fece girare mettendomi pancia all?aria; si mise in ginocchio davanti a me dopo avermi allargato le cosce, prese con una mano il suo membro e dopo avergli dato un paio di strigliate, mi innaffiò letteralmente di sperma tutto il corpo. Sembrava non finire mai, usciva in continuazione sempre in quantità abbondante. Se per assurdo fosse entrato qualcuno in quel momento, avrebbe pensato che ero stata con chissà quanti uomini contemporaneamente. Per fortuna risparmiò il mio viso al quale riservò alcuni baci prima di un ultimo di ringraziamento sulle labbra. Mi diede della carta per pulirmi, mi aiutò ad alzarmi e mi indicò nuovamente il bagno dove ricompormi mentre lei andò nel suo che era in camera da letto. Faticavo a camminare, sotto al busto faceva male dappertutto, neanche avessi fatto un incontro di boxe. Si era fatta l?una di notte, mi accompagnò fino alla macchina dove ci salutammo calorosamente. Per fortuna rientrata a casa Carmine dormiva profondamente, non si accorse del mio ritorno. Il mattino dopo uscì presto, dandomi il tempo di organizzare tranquillamente una bugia.Prima di adesso non avevo raccontato a nessuno/a questa storia, neanche alle mie più intime amiche. Non so perché, ma all?epoca volli tenerla per me. Da allora sono successe tante cose, forse anche troppe. Non ho più visto Maria anche se ogni tanto ci mandiamo messaggi o facciamo quattro chiacchiere. Adesso abita a Posillipo, mi ha invitata più volte a vedere la sua nuova casa, ogni volta le prometto che andrò, ma non è ancora capitato. Capiterà sicuramente.
01-09-2022, at 12:51 AM
Alýntý
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